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Isabella Goio | Mostra Personale

Galleria Tribbio, Piazza Vecchio n.6 – Trieste – Italy
Giorni Feriali 10.00-12.30 17.00-19.30

ISABELLA GOIO: la bodypainting per guardare l’infinito con gli occhi del cuore

di Franco Rosso

Dieci anni fa, quand’era ancora adolescente, Isabella Goio ha iniziato a “dipingere” i volti dei bambini. Lo fa ancora oggi, con una sorta di laboratorio esperenziale dove la spontaneità e l’autenticità dell’infanzia si combina al rito della preparazione dei colori per celebrare una bellezza gioiosa e fiabesca che ricarica la sua anima. Ma due anni fa Isabella si è avvicinata alla “bodypainting” e ha deciso che questa espressione creativa basata su un contatto fisico, spirituale e magico era il medium migliore per visualizzare la sua riflessione sull’esistenza e comunicarla al mondo.

Al centro il corpo femminile che è l’oggetto plastico per eccellenza, che è linguaggio, comunicazione: la cosa più presente, più costante e più variabile che esista. Isabella lo libera dalle connotazioni sensuali, riscatta il corpo femminile dai consumati stereotipi che lo vedono solo come oggetto del desiderio, si appropria di un femminile che non sa che farsene del maquillage della femminilità per celebrare la sacralità del corpo femminile che attraverso la sua pitturazione diventa creatura divina, simbolo del potere divino di ogni donna creatrice per antonomasia .

Dipinge spesso le donne a mani giunte in preghiera, ma bodypainting e linguaggio del corpo danno vita ad atmosfere che evocano linguaggi ancestrali e sacri con il fine di risvegliare una nuova coscienza e con giocosa poesia pongono interrogativi sul nostro stare al mondo mentre con la loro estetica affermano una dimensione psicologica, morale e spirituale. Con la sua azione pittorica Isabella realizza poesia fatta di forme e colori, arricchita da sussurri e parole mute, utilizza un pattern cromatico che diventa simbolica descrizione della complessità del mondo, con le sue interferenze, le connessioni e il caos. Ma la pittura diventa ricerca mentale, magma di colori e di segni su un corpo che evoca la necessità di una perenne rinascita e di un costante dialogo con il mistero del mondo. Spesso Isabella dipinge accompagnata da alcuni musicisti e il colorare a ritmo di musica diventa invito al ritorno all’essenza ed esplorazione di ciò che realmente siamo: pura energia ed esseri divini. I profili delle sue figure, i segni, i suoi paesaggi forestali, le sue forme fluide come frammenti sovrapposti di ricordi sommersi: tutto diventa poetico racconto dell’inconscio, quasi il simulacro di una vita che anela a decifrare l’enigma dell’esistenza.

Isabella Goio con il curatore Franco Rosso e l’assessore alle risorse umane del Comune di Trieste Michele Lo Bianco


Isabella Goio sa che l’arte deve offrire momenti di riflessione e scoperta per contribuire a costruire percorsi sensoriali: ma sa anche che il ruolo degli artisti sta nell’inventarsi propri universi che generano una generosa vitalità nel mondo in cui viviamo. Ma il messaggio deve rimanere nel tempo e viaggiare nel mondo: il suo intervento di bodypainting per affermarsi come medium con ogni essere umano e con il mondo ha bisogno di essere “immortalato”. Per questo -con uno sfondo nero- fa fotografare ogni sua opera e l’esito diventa una “realtà aumentata”, una narrazione concettuale che esprime le emozioni fondamentali dell’uomo -estasi e destino- a ricordare che l’umanità è qualcosa per cui l’uomo deve combattere, ogni volta, sempre. Per questo riattualizza quella filosofia millenaria secondo la quale l’eternità coincide con l’istante inteso come l’attimo, come un punto geometrico privo di spessore e invisibile. E se l’istante equivale all’eternità, la fotografia (e quindi ogni opera di Isabella fotografata) diventa una miniatura di eternità.

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